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Non c’è proprio niente da ridere

 

Mi sono sempre definita una persona solare, dalla battuta facile, allegra, specie nell’interazione con gli altri. A un certo punto della mia vita però, diversi anni fa, mi sono resa conto di una cosa: quella descrizione di me non calzava più così a pennello.

 

Cos’era successo?

 

Forse quello che succede alla maggior parte di noi nel “diventare grandi”.

Le faccende della vita, le incomprensioni, le tristezze, le difficoltà, le frustrazioni, un mondo esterno che faticavo a capire… un po’ alla volta, senza accorgermene, avevo lasciato che i pesi dell’età adulta mi si attaccassero, almeno in parte, addosso. Mi ero appesantita, mi sentivo irrigidita, amareggiata… insomma, “inseriosita”. Non mi riconoscevo e soprattutto non mi piaceva com’ero diventata: stavo incarnando proprio le caratteristiche che avevo sempre pensato non mi avrebbero avuta mai.

E invece…

 

Il mio modello era sempre stato mio nonno Augusto, un signore d’altri tempi, romagnolo, pieno di vita, sempre fiero, sempre saggiamente positivo, in apprezzamento della vita nonostante gli eventi dolorosi che aveva attraversato, e sempre pieno di energia e gentilezza, qualità che lo abitavano e che donava costantemente agli altri.

No, non stavo andando in quella direzione, ma nella direzione opposta.

 

Una parte di me profonda e un po’ tormentata c’era sempre stata, ma questa era sempre stata ben controbilanciata da quella allegra, scanzonata, entusiasta, che aveva voglia di divertirsi e che coglieva sempre il lato comico della vita. Gli equilibri però si erano lentamente spostati e quella scintilla ridanciana e giocosa si accendeva sempre più di rado.

Bisognava fare qualcosa per ridarle spazio, e ricostruire un miglior equilibrio tra queste mie due parti, entrambe necessarie e utili.

 

L’incontro e l’inizio della trasformazione.

 

Come sempre, quando manifesti un intento, ecco che la vita ti mette sulla strada di ciò che stai cercando. Così, in un paio di mosse, eccomi in contatto con Lara Lucaccioni, Master Trainer di Yoga della Risata, che avevo conosciuto due anni prima ad un evento a cui eravamo entrambe relatrici.

 

“Ho bisogno di ridere di più”, le dico.

Tic-tac e il gioco è fatto: un paio di settimane dopo sono ad un suo retreat dove incontro un mio antico amore (la pratica di coerenza cardiaca, che credevi ! 😉 ) e ho il mio primo approccio allo Yoga della Risata.

 

Era sempre stato un qualcosa di cui riconoscevo l’utilità e i benefici ma confesso che, prima di praticarlo, la mia parte logica, razionale e “seriosa” non poteva fare a meno di giudicare quel ridere senza motivo come qualcosa di stupido. Ti dirò di più: quelle persone così ridanciane e felici mi sembravano un po’ sciocche a loro volta.

 

Porca miseria! Ero finita vittima del più becero dei giudizi sulla meravigliosa funzione del ridere naturale: il riso abbonda sulla bocca degli stolti! Io non ci avevo mai creduto, e avevo sempre creduto che ridere fosse bello…. eppure, mi ritrovavo a guardare quelle persone e a irrigidirmi in un giudizio che non era nemmeno mio. Eh già, avevo decisamente bisogno di “smollarmi” e di ridere!

 

Così, dopo quel corso, mi sono iscritta a un Leader Training in presenza, e poi a uno online in Covid time. Il viaggio verso la riconquista della mia risata naturale era iniziato. È stato un viaggio bellissimo, pieno di consapevolezze e di trasformazioni.

 

Perché? Perché come dice il dott. Madan Kataria, ideatore di questo metodo e fondatore del movimento dello Yoga della risata, insieme alla moglie Madhuri:

“Quando tu ridi cambi, e quando cambi, cambia il mondo intorno a te.”

 

Perché da adulti ridiamo poco?

 

Pensa a quando eri piccola/piccolo: pensa a quanto era facile ridere, a quante volte ti prendeva la ridarella insieme al tuo amichetto o amichetta del cuore, pensa a quanto ti faceva male la pancia dalle risate, a quanto restavi quasi senza fiato. E pensa agli scoppi di risata irrefrenabili che capitavano più avanti in classe, a quanto cercavi di trattenerti e ridere sottovoce per non farti riprendere dalla prof e farti spedire dal preside.

 

Poi, lentamente, per mille motivi anche ragionevoli, a causa di piccole gocce di amarezza e seriosità imposta, hai imparato a soffocare quella risata spontanea, a relegarla tra le manifestazioni non tanto opportune e gradite, tenendola solo per le “grandi occasioni” o concedendoti di liberarla solo sotto l’effetto di uno o due bicchieri di troppo, quando il tuo critico interiore abbassa la guardia e la tua parte spontanea può recuperare un po’ di spazio. Ma poi, tutto rientra e torni a essere impostata/o e trattenuta/o.

 

Cos’ha bloccato la nostra risata? 

 

Dietro a una risata bloccata (o solo parzialmente libera) ci possono essere tantissime esperienze o convinzioni: 

 

  •     un pianto che non ci siamo mai concessi fino in fondo
  •     tutte le volte che ci hanno urlato: “Smettila di ridere!”
  •     modi di dire introiettati come: “Se ridi il venerdì piangi di sabato, domenica e lunedì”
  •     equivalenze complesse come: “Le persone serie non ridono”, perciò se ridi non sei seria/ matura/ affidabile/ tusaicosa
  •     le sgridate o punizioni ricevute da piccole dagli adulti quando la nostra risata era “fuori luogo”
  •     l’idea che quando ridiamo stiamo deridendo qualcuno o una situazione
  •     l’idea che sia un mancare di rispetto
  •     l’idea che ridere sia una cosa da stupidi
  •     l’idea che, se vogliamo essere presi sul serio, dobbiamo essere seri (che poi diventa seriosi)
  •     l’idea che in questo mondo non ci sia proprio “niente da ridere”

 

E così, ci teniamo lontani dagli infiniti benefici di questa funzione naturale, di questo dono della vita, di questo contagio positivo che abbiamo soppresso e trattenuto perché “siamo persone serie”.

 

 

Ma che cos’è questo Yoga della risata?

 

Nel 1995 il dott Kataria, medico in India, si è ispirato dalla storia di Norman Cousins che era guarito da una malattia altamente invalidante e definita “inguaribile” dalla medicina, la spondilite anchilosante, attraverso la risata e alte dosi di vitamina C.

 

Da lì, e approfondendo gli studi dello psicologo statunitense Paul Ekman sulle emozioni e le espressioni facciali, decide di testare nella pratica gli effetti benefici della risata sulla salute e la vitalità dei suoi pazienti e di chi decideva di seguirlo.

 

Nasce così lo Yoga della risata, pratica di gruppo che sfrutta i benefici della risata che nasce per scelta, come atto fisico, praticando esercizi che facilitano la respirazione e l’atto di ridere. Si ride senza l’utilizzo della comicità, ma quello che poi succede come piacevole effetto collaterale è che ci si diverte un sacco. Come dice Kataria, infatti:

“Porta il tuo corpo a ridere e la mente lo seguirà” 

 

Perché ridere fa bene: i benefici dello yoga della risata

 

Ormai una gran quantità di studi scientifici hanno confermato gli innumerevoli benefici dello Yoga della risata, tra cui:

 

  •     liberiamo il nostro diaframma, spesso bloccato, andando ad aumentare la nostra capacità respiratoria
  •     la risata stimola la circolazione linfatica, facilitando l’espulsione delle tossine e potenziando il sistema immunitario
  •     si producono più immunoglobuline A e G, che proteggono dalle malattie da raffreddamento
  •     migliora il lavoro del cuore e del sistema vascolare
  •     a livello di relazioni, sviluppa l’empatia e il senso di connessione, comunione e cura
  •     favorisce la corretta espressione delle emozioni, aiutando a sciogliere quelle bloccate 
  •     interrompe i pensieri negativi, il rimugino e la negatività, favorendo uno sguardo più ottimista sulla vita
  •     è un antidepressivo naturale

 

Dopo 10 minuti di risata, infatti, si produce il cosiddetto joy cocktail, un mix di sostanze chimiche benefiche che vengono liberate nel nostro organismo dal semplice fatto di ridere volontariamente.

Si producono:

  •     endorfine, i nostri antidolorifici naturali e le sostanze che ci generano uno stato di gioia ed euforia
  •     serotonina, uno dei nostri antidepressivi naturali 
  •     e la riduzione del cortisolo, ormone dello stress, con conseguente ripristino delle nostre difese immunitarie

 

Il cervello infatti non distingue tra una risata spontanea, nata da uno stimolo comico o umoristico, e una auto-indotta, e produce le stesse sostanze benefiche. Non è stupendo? E non è sciocco, invece, privarsi di questi benefici trincerandosi dietro il fatto che “siamo delle persone serie”?

 

Certo che lo siamo.

Infatti ridere è una cosa estremamente seria!

 

Ci sono persone che attraverso, la pratica costante, sono guarite o sono estremamente migliorate da malattie molto sfidanti, e anche i benefici sulle nostre capacità cognitive e relazionali sono tangibili.

 

 

Come si pratica

 

Si pratica in gruppo, guidati da un Leader della risata, e lo scopo è quello di andare dolcemente a esplorare la propria risata e andare gradualmente a liberarla. 

Una sessione consta di tre parti.

 

Inizia con degli esercizi di riscaldamento che sfruttano il movimento e il contatto visivo per attivare i neuroni specchio e comprende diversi esercizi di respirazione e risata progressiva.

 

La parte centrale della sessione è la cosiddetta “Meditazione della risata”, in cui si ride più liberamente, per una decina di minuti, sempre guidati ed esplorando vari stili e possibilità.

 

La parte finale comprende una pratica di centratura e rilassamento, per integrare i benefici e riportare equilibrio tra il nostro sistema simpatico e parasimpatico, creando il giusto equilibrio tra vitalità e calma. Tra le pratiche usate ci può essere la meditazione dello Yoga Nidra, l’Humming o la Grounding dance, danza di radicamento.

 

Lo Yoga della risata è per tutti!

 

La parola Yoga può farci pensare a pose difficili e corpi sottili, tonici e flessuosi che praticano sequenze impossibili… Non è questo il caso!

 

La parola “Yoga” nello Yoga della risata sta a indicare il fatto che ci sono alcune pratiche di respirazione prese in prestito da quell’antica disciplina. Inoltre la radice “Yuj” significa unione, integrazione, sta a indicare il senso di connessione a livello di cuore che si crea grazie al fatto di praticare insieme, anche se fino a poco prima si era dei perfetti sconosciuti.

 

Quindi se almeno una volta nella vita sei stata/stato capace di ridere, lo Yoga della risata è alla tua portata

 

Ti invito a ridere assieme

 

La risata per scelta è per me uno degli strumenti che mi aiuta a ritrovare la leggerezza quando mi è più difficile, mi aiuta a trovare connessione quando mi sento “separata”, mi permette di ritrovare energia e lucidità mentale quando sono sovraccarica, e posso solo immaginare cosa potrebbe fare per te!

Se sei di Trieste e dintorni nel mese di marzo hai la possibilità di fare pratica insieme, tutti i sabato mattina: ti basterà mandarmi un messaggio qui sotto!

Se Trieste ti è troppo lontana, ti invito a cercare un Club della Risata vicino a te e andare a provare personalmente questa splendida pratica.

Perché ricorda: sei solo a una risata di distanza da un modo nuovo di vedere e percepire le cose.

 

 Contattami qui per partecipare allo Yoga della Risata!

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Gina Abate non devi sentirti bene per forza

Sono Gina Abate, Coach, Mentore e Formatrice.

Ti aiuto a riallinearti con te stessa per far emergere la chiarezza, il coraggio e l’energia necessari per realizzare i tuoi desideri e progetti. Con amorevolezza verso di te e con una ritrovata Leggerezza. 

Parlo di questo e di altri temi di crescita ed efficacia personale nella mia Newsletter mensile.