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Cosa possiamo imparare da questo anno difficile?

Cosa possiamo imparare da questo anno difficile?

Un anno, questo, che ci ha messo tutti alla prova, e non ha finto di sfidarci, nemmeno per le feste.

Stiamo per trascorrere un Natale sotto tono, che per molti sarà lontano dai propri cari, o sarà accompagnato dalla preoccupazione che incontrarsi e scambiarsi affetto e abbracci possa mettere a rischio la salute di chi amiamo.

Ho appena saputo che probabilmente non festeggerò con mio padre e la sua famiglia, perché in una riunione familiare non si sentirebbero del tutto sereni. Lo comprendo, ma il dispiacere comunque è grande, perché la Vigilia di Natale, da sempre, è stata insieme.

Ma questa è solo la ciliegina sulla torta, su una torta che ognuno di noi avrebbe fatto volentieri a meno di mangiare.

Nei mesi passati abbiamo infatti vissuto ogni tipo di emozione: disorientamento, paura, rabbia, ci siamo sentiti costretti e privati della nostra libertà, confusi dalle informazioni discordanti, sopraffatti dalle disposizioni e dai provvedimenti, impotenti davanti a chiusure e distanziamenti, indignati per i danni economici, addolorati per non poter dare un degno saluto a chi ci lasciava, preoccupati per i nostri anziani e per il futuro nostro e dei nostri figli.

Siamo stati messi alla prova, e lo siamo tuttora.

Ma… c’è un ma.

Quest’anno ha portato anche dei doni. Ben nascosti, ma ci sono stati 😉

Mi piacerebbe quindi che ci focalizzassimo insieme su quello che di buono questo anno ci ha lasciato, vorrei facessimo questo esercizio di stanare il bene anche dove, ad uno sguardo superficiale, sarebbe difficile vederlo.

Pronta? Pronto?

È STATO UN ANNO ESSENZIALE


Una delle cose di cui mi sono resa conto è che non abbiamo bisogno di molte cose, soprattutto in termini di capi d’abbigliamento, ma anche di oggetti in generale. Io ero già piuttosto “essenziale”, e sono stata bene anche con meno.

Certo, in questo periodo è più facile perché le occasioni sociali sono decisamente ridotte, ma potrebbe essere il “La” per continuare ad essere più attenti alla sostanza che alla forma, più padroni delle nostre scelte e meno proni ai bisogni indotti dai paragoni e dalla pubblicità.

UN ANNO DI COSE SEMPLICI


Ho imparato a dare un valore ancora più grande a cose semplici come una passeggiata all’aria aperta, una cena con una coppia di amici, una videochiamata mentre preparo la cena.

Nella mia vita non avrei mai pensato, infatti, che potesse mancarci una libertà così basilare come quella di uscire di casa, passeggiare, incontrarsi. Ogni volta che diamo qualcosa per “scontata” forse non la stiamo davvero apprezzando per quanto vale.

UN ANNO DI DOMANDE


Ho osservato che molte delle cose che facevamo “prima” non erano così importanti ai fini del nostro benessere (anche se non vedo l’ora di poter fare un viaggio in qualche luogo dove la Natura è selvaggia).

Questo periodo ci ha permesso forse di farci quelle domande importanti, quelle che non si ha mai tempo per porsi e che possono portarci a fare scelte diverse rispetto alle abitudini e ai comportamenti che chissà quando avevamo adottato: un’ottima opportunità per ridefinire chi siamo, cosa ci fa stare bene, cosa vogliamo, e cosa non vogliamo più.

UN ANNO DI ALLEANZE


Ho avuto più occasioni di “alleanze” con amiche e colleghe, più desiderio di unione e di creare cose insieme.

Forse perché i momenti difficili accomunano. Ma in realtà credo che questo “fare meno”, questo essere meno affaccendate, ci ha dato più modo di ascoltare la nostra voce interiore, i nostri desideri e le nostre intuizioni.

UN ANNO DI SEMPLICI ATTIMI


Ho imparato ad apprezzare un caffè bevuto per strada in un bicchierino di carta. Una cena semplice fatta in casa con le amiche.Ho dato maggior presenza e attenzione a ogni momento passato con le persone a me care.

Forse eravamo un po’ “viziati” (io un po’ lo sono. Sicuramente per quanto riguarda il caffè 😉 ).Ma questo periodo di privazioni, forse il primo della vita per molti di noi, ci ha offerto la possibilità di spostare il focus, di diventare delle campionesse e dei campioni dell’apprezzamento, di vivere il momento presente senza correre avanti in quel che verrà dopo e senza fare paragoni con il passato, e senza confrontare con un ideale che, per lo meno ora, non era attuabile.

UN ANNO DI CONSAPEVOLEZZA


Ho visto e compreso ad un livello più profondo quanto sia importante sospendere il giudizio verso chi ha paure o idee diverse dalle proprie, e quanto sia cruciale esprimere il proprio pensiero senza creare ulteriore divisione. 

Questo non è sempre facile lo ammetto, sebbene la direzione sia chiara. Ma quello che abbiamo visto – e che qui non voglio ripetere- è stata la creazione di due fazioni, il reciproco screditamento della parte opposta a colpi di epiteti ed etichette arbitrarie, la mancanza totale di ascolto di ciò che l’altro sostiene, delle sue parole, ma soprattutto delle sue preoccupazioni, delle sue paure. Opporsi rinforza questo meccanismo, e io ho compreso che non voglio partecipare, non voglio seminare dualità e discordia, neanche ad un livello energetico, perché questa divisione non ci fa gioco, fa solo gioco a un sistema che ha le sue ragioni di esistere, ma che non sono le nostre. Come ci ricorda l’antica saggezza dei nativi americani: “Nessun albero ha rami così stupidi da litigare tra loro.”

UN ANNO DI RITOCCHI MAGICI


Ho imparato ad aggiungere un doppio pizzico di magia al quotidiano, quando rischiava di diventare troppo prevedibile. 

Non ho mai amato la parola “accontentarsi”, perché mi rimanda l’idea di rinuncia, di rassegnarsi a situazioni e cose che non ci appagano o non fanno per noi, quasi non avessimo diritto a desiderare altro. Amo però l’idea di “farci contenti” come apprezzamento e “impreziosimento” di ciò che c’è, di quello che abbiamo, di quello che è possibile. Sì quindi alla creatività che ci sospinge nel dar vita a nuove modalità e situazioni, nonostante i limiti del momento.

E quindi?

Sappiamo tutti quante cose ci sono mancate e ancora ci mancano, e siamo tutti concordi nell’auspicarci di riacquisire la nostra spensieratezza e soprattutto una maggiore libertà. 

Ma da ogni situazione possiamo uscire più forti e capaci se riusciamo a focalizzarci sul “pieno”, prima che sul “vuoto”.

Accorgersi, essere consapevoli, apprezzare, sono passaggi importanti a questo scopo.

Ti invito a fare lo stesso, prima a livello generale, e poi a livello personale.

Registrare i tuoi successi personali, le soddisfazioni, l’impegno, è un passaggio cruciale per chiudere bene l’anno in corso ed affacciarsi con lucidità, fiducia ed un pizzico di magia all’anno nuovo. È questo infatti il primo passo di ogni processo di pianificazione, o meglio creazione, dell’anno che verrà.

Perciò prenditi il tempo per apprezzare, per diventare consapevole di ciò che è nascosto, per “registrare” a livello profondo i tuoi successi (non necessariamente in termini di esito, ma anche in termini di impegno, attenzione, cura che hai messo in ciò che hai fatto).

Non ci è mai dato di sapere come saranno le cose là fuori.

Ma in ogni momento abbiamo l’estrema libertà di scegliere come vogliamo sentirci, e di rispondere agli eventi come veri “capitani della nostra nave”.

E con questa scorta di beni nella stiva, sapremo certamente navigare bene anche se ci sarà qualche tempesta.

Sei riuscita a fare la tua lista delle cose positive dell’anno? 

Raccontami quello che hai scoperto nei commenti qui sotto, oppure mandami un messaggio su Instagram se non sei riuscita a trovare “niente”, sarei felice di aiutarti!

Un abbraccio,
Gina

Individua l’anti-parola del 2020, un esercizio per riconoscere quando diventi il limite di te stessa

Individua l’anti-parola del 2020, un esercizio per riconoscere quando diventi il limite di te stessa

L’anno nuovo è da poco iniziato e, come di consueto, nel primo periodo si tende a fare bilanci e “pronostici” per l’anno che verrà.

Fa parte delle pratiche di gennaio quindi, definire quale sarà la parola che ci accompagnerà nei mesi a seguire.

Questo esercizio, diventato un trend negli ultimi anni, può esserci d’aiuto per individuare una guida, quasi una sorta di mantra che possa orientare le nostre energie e le nostre risorse durante l’anno.

 

Cerco di spiegarmi meglio

 

Immagina che tu senta che la parola giusta per orientarti nel 2020 sia CORAGGIO. Questo termine diventerà per te uno sprone, un memo, un monito. Nelle situazioni difficili ti tornerà alla mente il coraggio, tingerai con questa sfumatura di coraggio tutte le situazioni in cui sentirai di dover tirar fuori la carica, dove magari restavi ad osservare senza dire la tua, o dove magari eri troppo accondiscendente e non te la sentivi di mettere dei sani paletti. O ancora dove evitavi di proporti per quella collaborazione o per quel progetto per paura di ricevere un rifiuto.

Ecco che, grazie all’individuazione della parola del 2020, sarai in grado di ricordare la rotta da mantenere, nel mare magnum delle possibilità, delle sollecitazioni e degli svarioni emozionali che viviamo quotidianamente.

 

E l’anti-parola allora?



 

Altrettanto interessante è l’individuazione dell’anti-parola dell’anno. L’anti-parola non è altro che la rappresentazione della nostra kryptonite, della dispersione delle nostre energie, della vanificazione dei nostri sforzi e propositi.  Sarà il segnale di allerta a cui porre attenzione, sarà il campanello d’allarme che ci riporterà sulla nostra direzione.

 

E ora, con la dovuta spensieratezza, andiamo a fare questo veloce esercizio per individuare l’anti-parola per il 2020. Pronta?

 

 

  1.  Pensa per un attimo alle situazioni in cui non ti sei piaciuta, non ti sei riconosciuta o hai giocato al ribasso nell’ultimo anno.
  2. Pensa ai momenti in cui quello che hai pensato, detto, fatto o sentito come emozione, è stato lontano dalla meraviglia che sai di essere.
  3. Pensa a cosa ti ha trattenuta dal cogliere le giuste opportunità per il tuo lavoro e per la tua vita.
  4. Cerca la matrice comune, un elemento che tu riscontri in tutte e tre le riflessioni sopra. Riassumile in una sola parola che abbia senso per te (nei limiti del possibile).
  5. Ora la parte divertente. Scrivi la parola su un foglio, fai una bella X rossa sopra, come se fosse soda caustica o veleno per topi: è pur sempre la tua kryptonite! Assicurati che sia evidente anche visivamente. Infine, trova il modo più forte per te per distruggere quel foglio. Fallo in frantumi, buttalo nel water, brucialo: eliminalo dalla tua vita. (questo passaggio è importante, perché nei punti precedenti hai lavorato con la tua mente conscia, ma ora dobbiamo registrare il cambiamento a livello più profondo, e questo piccolo rituale è quello che ci vuole per comunicare con la tua mente subconscia, la parte sommersa dell’iceberg).
  6. Bene!!! Ora ti chiedo di condividere con me la tua anti-parola dell’anno, spiegando come ti è stata d’ostacolo quella parola nelle situazioni citate nelle domande 1, 2 e 3.

 

Sperando che eliminare la tua anti-parola sia stato fortemente liberatorio, ti mando un forte abbraccio!

Gina

 

 

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