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Momenti di confusione, sono sicura che li conosci molto bene anche tu.

Sono quei momenti in cui è come se calasse un sipario pesante e scuro sulla tua giornata. Ti senti invischiata in una ragnatela dalla quale tenti di divincolarti, ma più ti muovi e più ti senti limitata nei movimenti e impossibilitata ad uscirne.

I pensieri sono veloci e confusi mentre la tua capacità d’azione è rallentata e indebolita.

Insomma, non sei “la solita te”.

Io li chiamo momenti di “turbolenza”, o momenti lavatrice.

È normale che succeda (ne parlo anche in questo articolo)

Il problema è che pensiamo non lo sia, che pensiamo non dovremmo sentirci così. Invece che prenderla come una giornata di pioggia, ci sentiamo come se il sole non dovesse tornare mai più.

Ci succede quando siamo stanche e la confusione prende il sopravvento.

Quando l’impegno che mettiamo in tutte le cose non ci ripaga con i risultati sperati.

I momenti in cui non ci sentiamo comprese, quando ci sembra che ciò che facciamo non venga apprezzato a sufficienza.

E anche quando ci sembra di essere scivolate dalla padella nella brace. Magari perché abbiamo avuto il coraggio di lasciare un lavoro sicuro e ben retribuito, per perseguire la realizzazione di un sogno e di noi stesse. Ma in certi momenti ci troviamo a dubitare di tutto e, per estensione, anche di noi stesse.

Un paio di settimane fa ho vissuto uno di quei momenti

Non è una cosa nuova per me. Mi succede ciclicamente e, sebbene io li conosca bene, quando ci sono dentro mi sembra che niente vada bene, che niente sia giusto… mi sento lontana da me.

E quando sei lontana da te, rischi di sentirti lontana anche da ciò che hai scelto, e può capitare di mettere in discussione molte cose. 

In quei momenti è facile avere la tendenza a drammatizzare. Le forti emozioni che si provano tingono di un colore scuro ogni cosa e non si riesce ad avere uno sguardo obiettivo sulle cose.

Da una chiacchierata con un’amica anche lei libera professionista che, a breve distanza dal mio momento no, stava attraversando una fase simile, è nato un fertile confronto su questo tema. Questo mi ha portata a cercare di comprendere, e in un certo modo codificare, non solo come attraversare al meglio questi momenti, ma anche a come farne risorsa.

Ecco cosa ti potrebbe capitare di sperimentare, quando vivi questi momenti di confusione:

  • pensare che sei sulla strada sbagliata
  • mettere in discussione te stessa, le tue scelte, il cammino fatto fin qui
  • mettere in dubbio i tuoi meriti
  • permettere a una situazione sbagliata o difficile di diventare pervasiva. Es: è andato male un incontro di lavoro e ciò che ti dici in realtà è che “la tua vita è un disastro”
  • non riuscire a vedere la bellezza e l’abbondanza che c’è nella tua vita proprio ora
  • notare molto bene tutto quello che manca o che non va
  • vedere la bruttezza del mondo, e solo quella.
  • perdere il contatto con il senso di ciò che fai (insomma, ti sembra futile o inutile)

Capita anche a te?

Siccome ho anni e anni di esperienza, diretta e indiretta, di momenti così, ecco che ho stilato innanzitutto un elenco di DON’TS, ovvero di cose da NON fare in queste circostanze in cui la confusione tenta di prendere sopravvento.

Sono tre le principali cose “vietate”, dopo esserci concesse di sguazzare brevemente nel nostro “drama” 😉

È “vietato”:

  1. credere a tutto ciò che pensi (questo vale sempre, ma in particolar modo nei momenti-lavatrice);
  2. giudicarti per come ti senti (sei molto più di quello che provi ora);
  3. prendere decisioni sull’onda dell’emozione (non sarebbero certo le migliori).

Ci sono molte cose utili che possiamo fare in quei momenti di confusione, e voglio condividere con te i 7 passi che per me funzionano sempre:

– accettare come mi sento e accogliere le mie emozioni;
– fare silenzio e non forzarmi a fare nulla che non sia strettamente indispensabile;
– confrontarmi con qualcuna delle mie preziose “compagne di viaggio”;
– prendermi cura di me scegliendo alcune delle cose dalla mia “self care list”;
– comprendere qual è davvero il problema, comprendere il messaggio del mio disagio;
– rifare contatto con il mio “perché”;
– mettere in atto qualcosa di nuovo.

E ora, uno per uno, ti spiego perché per me funzionano per combattere la confusione:

  • Accettare come mi sento e accogliere le mie emozioni: resistere a ciò che sentiamo, opporci, sopprimere o negare le nostre emozioni non fa che creare ulteriore conflitto. Sentiamo ciò che sentiamo. Se riusciamo a non giudicarci per questo e a non avere paura di ciò che sentiamo, possiamo semplicemente accogliere la verità di ciò che sta accadendo, lasciandocene attraversare, totalmente.
  • Fare silenzio e non forzarmi a fare nulla che non sia indispensabile: creare spazio, creare silenzio ci permette di entrare in contatto con qualcosa di più profondo del chiacchiericcio della nostra mente. Inoltre costringerci ad essere efficienti e performanti in quei momenti sarebbe inutile: non lo siamo. Perciò, se possiamo, fermiamoci e stiamo in quello che c’è. 
  • Confrontarmi con qualcuna delle mie preziose “compagne di viaggio”:  avere delle amiche che siano in grado di ascoltarti davvero, che siano in grado di accoglierti anche nei tuoi momenti no, è uno dei tesori più preziosi che possiamo avere. Io sono ricchissima, da questo punto di vista, ed è una gioia cercare e offrire presenza e supporto, quando qualcuna di noi ne sente il bisogno.
  • Prendermi cura di me facendo alcune delle cose sulla mia “self care list”: per ritrovare il nostro equilibrio è importantissimo per noi donne prenderci cura di noi, dedicarci al vero piacere (no, lo shopping compulsivo non rientra in questa categoria). Fare cose che ci fanno stare bene, nutrendoci nel profondo. Per me può essere una passeggiata in natura, fare una doccia calda con il mio bagnoschiuma preferito, accendere un incenso e mettere su una musica speciale. Ma anche scrivere su carta i miei pensieri, mettere i piedi nell’acqua di mare e affidare alle onde le mie “paturnie”. 😉

E ancora…

  • Comprendere qual è davvero il problema, comprendere il messaggio del mio disagio: a questo punto (e non prima) posso comprendere cosa c’è di vero. Cosa vuole essere visto, cambiato, eliminato o iniziato.
  • Rifare contatto con il mio “perché”: ricordarmi il senso, il perché di certe mie scelte, rifare contatto con i miei valori non negoziabili e con il contributo, unico perché “mio”. Parlo di ciò che voglio portare alla collettività. Questo mi aiuta a rimettere le cose in prospettiva, a ritrovare l’ispirazione e a fare una nuova “cornice d’accordo” con me stessa e con le persone eventualmente coinvolte. (NDR di questo tema, molto importante ed ampio, ti parlerò nel prossimo articolo).
  • Mettere in atto qualcosa di nuovo: questo è un passaggio fondamentale per me, che sono amante della varietà e delle novità. Dopo un momento di crisi sento il desiderio di scrivere una pagina nuova, di fare tesoro dell’accaduto e nel contempo di proiettarmi verso nuovi orizzonti. Una nuova pratica, un’abitudine, un corso o anche solo un quaderno nuovo dove annotare le mie comprensioni. Piccoli ma preziosi elementi che sanciscono il passaggio.

Non dobbiamo sempre mostrarci forti.

Non è necessario mostrarci sempre all’altezza.

Non pensare di dover essere superwoman.

Lo siamo. Ma in tutto questo sono compresi anche i momenti difficili. Quelli in cui mettiamo tutto in discussione, in cui rimescoliamo le carte, in cui andiamo in riserva di energia e le cose assumono sfumature confuse o pesanti.

Quei momenti di confusione vanno accolti e attraversati.

E solo lasciando a terra ciò che non ti serve più, puoi proseguire con ciò che sei diventata.

Un abbraccio,
Gina

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