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Yoga della risata: tutto quello che devi sapere!

Yoga della risata: tutto quello che devi sapere!

 

Non c’è proprio niente da ridere

 

Mi sono sempre definita una persona solare, dalla battuta facile, allegra, specie nell’interazione con gli altri. A un certo punto della mia vita però, diversi anni fa, mi sono resa conto di una cosa: quella descrizione di me non calzava più così a pennello.

 

Cos’era successo?

 

Forse quello che succede alla maggior parte di noi nel “diventare grandi”.

Le faccende della vita, le incomprensioni, le tristezze, le difficoltà, le frustrazioni, un mondo esterno che faticavo a capire… un po’ alla volta, senza accorgermene, avevo lasciato che i pesi dell’età adulta mi si attaccassero, almeno in parte, addosso. Mi ero appesantita, mi sentivo irrigidita, amareggiata… insomma, “inseriosita”. Non mi riconoscevo e soprattutto non mi piaceva com’ero diventata: stavo incarnando proprio le caratteristiche che avevo sempre pensato non mi avrebbero avuta mai.

E invece…

 

Il mio modello era sempre stato mio nonno Augusto, un signore d’altri tempi, romagnolo, pieno di vita, sempre fiero, sempre saggiamente positivo, in apprezzamento della vita nonostante gli eventi dolorosi che aveva attraversato, e sempre pieno di energia e gentilezza, qualità che lo abitavano e che donava costantemente agli altri.

No, non stavo andando in quella direzione, ma nella direzione opposta.

 

Una parte di me profonda e un po’ tormentata c’era sempre stata, ma questa era sempre stata ben controbilanciata da quella allegra, scanzonata, entusiasta, che aveva voglia di divertirsi e che coglieva sempre il lato comico della vita. Gli equilibri però si erano lentamente spostati e quella scintilla ridanciana e giocosa si accendeva sempre più di rado.

Bisognava fare qualcosa per ridarle spazio, e ricostruire un miglior equilibrio tra queste mie due parti, entrambe necessarie e utili.

 

L’incontro e l’inizio della trasformazione.

 

Come sempre, quando manifesti un intento, ecco che la vita ti mette sulla strada di ciò che stai cercando. Così, in un paio di mosse, eccomi in contatto con Lara Lucaccioni, Master Trainer di Yoga della Risata, che avevo conosciuto due anni prima ad un evento a cui eravamo entrambe relatrici.

 

“Ho bisogno di ridere di più”, le dico.

Tic-tac e il gioco è fatto: un paio di settimane dopo sono ad un suo retreat dove incontro un mio antico amore (la pratica di coerenza cardiaca, che credevi ! 😉 ) e ho il mio primo approccio allo Yoga della Risata.

 

Era sempre stato un qualcosa di cui riconoscevo l’utilità e i benefici ma confesso che, prima di praticarlo, la mia parte logica, razionale e “seriosa” non poteva fare a meno di giudicare quel ridere senza motivo come qualcosa di stupido. Ti dirò di più: quelle persone così ridanciane e felici mi sembravano un po’ sciocche a loro volta.

 

Porca miseria! Ero finita vittima del più becero dei giudizi sulla meravigliosa funzione del ridere naturale: il riso abbonda sulla bocca degli stolti! Io non ci avevo mai creduto, e avevo sempre creduto che ridere fosse bello…. eppure, mi ritrovavo a guardare quelle persone e a irrigidirmi in un giudizio che non era nemmeno mio. Eh già, avevo decisamente bisogno di “smollarmi” e di ridere!

 

Così, dopo quel corso, mi sono iscritta a un Leader Training in presenza, e poi a uno online in Covid time. Il viaggio verso la riconquista della mia risata naturale era iniziato. È stato un viaggio bellissimo, pieno di consapevolezze e di trasformazioni.

 

Perché? Perché come dice il dott. Madan Kataria, ideatore di questo metodo e fondatore del movimento dello Yoga della risata, insieme alla moglie Madhuri:

“Quando tu ridi cambi, e quando cambi, cambia il mondo intorno a te.”

 

Perché da adulti ridiamo poco?

 

Pensa a quando eri piccola/piccolo: pensa a quanto era facile ridere, a quante volte ti prendeva la ridarella insieme al tuo amichetto o amichetta del cuore, pensa a quanto ti faceva male la pancia dalle risate, a quanto restavi quasi senza fiato. E pensa agli scoppi di risata irrefrenabili che capitavano più avanti in classe, a quanto cercavi di trattenerti e ridere sottovoce per non farti riprendere dalla prof e farti spedire dal preside.

 

Poi, lentamente, per mille motivi anche ragionevoli, a causa di piccole gocce di amarezza e seriosità imposta, hai imparato a soffocare quella risata spontanea, a relegarla tra le manifestazioni non tanto opportune e gradite, tenendola solo per le “grandi occasioni” o concedendoti di liberarla solo sotto l’effetto di uno o due bicchieri di troppo, quando il tuo critico interiore abbassa la guardia e la tua parte spontanea può recuperare un po’ di spazio. Ma poi, tutto rientra e torni a essere impostata/o e trattenuta/o.

 

Cos’ha bloccato la nostra risata? 

 

Dietro a una risata bloccata (o solo parzialmente libera) ci possono essere tantissime esperienze o convinzioni: 

 

  •     un pianto che non ci siamo mai concessi fino in fondo
  •     tutte le volte che ci hanno urlato: “Smettila di ridere!”
  •     modi di dire introiettati come: “Se ridi il venerdì piangi di sabato, domenica e lunedì”
  •     equivalenze complesse come: “Le persone serie non ridono”, perciò se ridi non sei seria/ matura/ affidabile/ tusaicosa
  •     le sgridate o punizioni ricevute da piccole dagli adulti quando la nostra risata era “fuori luogo”
  •     l’idea che quando ridiamo stiamo deridendo qualcuno o una situazione
  •     l’idea che sia un mancare di rispetto
  •     l’idea che ridere sia una cosa da stupidi
  •     l’idea che, se vogliamo essere presi sul serio, dobbiamo essere seri (che poi diventa seriosi)
  •     l’idea che in questo mondo non ci sia proprio “niente da ridere”

 

E così, ci teniamo lontani dagli infiniti benefici di questa funzione naturale, di questo dono della vita, di questo contagio positivo che abbiamo soppresso e trattenuto perché “siamo persone serie”.

 

 

Ma che cos’è questo Yoga della risata?

 

Nel 1995 il dott Kataria, medico in India, si è ispirato dalla storia di Norman Cousins che era guarito da una malattia altamente invalidante e definita “inguaribile” dalla medicina, la spondilite anchilosante, attraverso la risata e alte dosi di vitamina C.

 

Da lì, e approfondendo gli studi dello psicologo statunitense Paul Ekman sulle emozioni e le espressioni facciali, decide di testare nella pratica gli effetti benefici della risata sulla salute e la vitalità dei suoi pazienti e di chi decideva di seguirlo.

 

Nasce così lo Yoga della risata, pratica di gruppo che sfrutta i benefici della risata che nasce per scelta, come atto fisico, praticando esercizi che facilitano la respirazione e l’atto di ridere. Si ride senza l’utilizzo della comicità, ma quello che poi succede come piacevole effetto collaterale è che ci si diverte un sacco. Come dice Kataria, infatti:

“Porta il tuo corpo a ridere e la mente lo seguirà” 

 

Perché ridere fa bene: i benefici dello yoga della risata

 

Ormai una gran quantità di studi scientifici hanno confermato gli innumerevoli benefici dello Yoga della risata, tra cui:

 

  •     liberiamo il nostro diaframma, spesso bloccato, andando ad aumentare la nostra capacità respiratoria
  •     la risata stimola la circolazione linfatica, facilitando l’espulsione delle tossine e potenziando il sistema immunitario
  •     si producono più immunoglobuline A e G, che proteggono dalle malattie da raffreddamento
  •     migliora il lavoro del cuore e del sistema vascolare
  •     a livello di relazioni, sviluppa l’empatia e il senso di connessione, comunione e cura
  •     favorisce la corretta espressione delle emozioni, aiutando a sciogliere quelle bloccate 
  •     interrompe i pensieri negativi, il rimugino e la negatività, favorendo uno sguardo più ottimista sulla vita
  •     è un antidepressivo naturale

 

Dopo 10 minuti di risata, infatti, si produce il cosiddetto joy cocktail, un mix di sostanze chimiche benefiche che vengono liberate nel nostro organismo dal semplice fatto di ridere volontariamente.

Si producono:

  •     endorfine, i nostri antidolorifici naturali e le sostanze che ci generano uno stato di gioia ed euforia
  •     serotonina, uno dei nostri antidepressivi naturali 
  •     e la riduzione del cortisolo, ormone dello stress, con conseguente ripristino delle nostre difese immunitarie

 

Il cervello infatti non distingue tra una risata spontanea, nata da uno stimolo comico o umoristico, e una auto-indotta, e produce le stesse sostanze benefiche. Non è stupendo? E non è sciocco, invece, privarsi di questi benefici trincerandosi dietro il fatto che “siamo delle persone serie”?

 

Certo che lo siamo.

Infatti ridere è una cosa estremamente seria!

 

Ci sono persone che attraverso, la pratica costante, sono guarite o sono estremamente migliorate da malattie molto sfidanti, e anche i benefici sulle nostre capacità cognitive e relazionali sono tangibili.

 

 

Come si pratica

 

Si pratica in gruppo, guidati da un Leader della risata, e lo scopo è quello di andare dolcemente a esplorare la propria risata e andare gradualmente a liberarla. 

Una sessione consta di tre parti.

 

Inizia con degli esercizi di riscaldamento che sfruttano il movimento e il contatto visivo per attivare i neuroni specchio e comprende diversi esercizi di respirazione e risata progressiva.

 

La parte centrale della sessione è la cosiddetta “Meditazione della risata”, in cui si ride più liberamente, per una decina di minuti, sempre guidati ed esplorando vari stili e possibilità.

 

La parte finale comprende una pratica di centratura e rilassamento, per integrare i benefici e riportare equilibrio tra il nostro sistema simpatico e parasimpatico, creando il giusto equilibrio tra vitalità e calma. Tra le pratiche usate ci può essere la meditazione dello Yoga Nidra, l’Humming o la Grounding dance, danza di radicamento.

 

Lo Yoga della risata è per tutti!

 

La parola Yoga può farci pensare a pose difficili e corpi sottili, tonici e flessuosi che praticano sequenze impossibili… Non è questo il caso!

 

La parola “Yoga” nello Yoga della risata sta a indicare il fatto che ci sono alcune pratiche di respirazione prese in prestito da quell’antica disciplina. Inoltre la radice “Yuj” significa unione, integrazione, sta a indicare il senso di connessione a livello di cuore che si crea grazie al fatto di praticare insieme, anche se fino a poco prima si era dei perfetti sconosciuti.

 

Quindi se almeno una volta nella vita sei stata/stato capace di ridere, lo Yoga della risata è alla tua portata

 

Ti invito a ridere assieme

 

La risata per scelta è per me uno degli strumenti che mi aiuta a ritrovare la leggerezza quando mi è più difficile, mi aiuta a trovare connessione quando mi sento “separata”, mi permette di ritrovare energia e lucidità mentale quando sono sovraccarica, e posso solo immaginare cosa potrebbe fare per te!

Se sei di Trieste e dintorni nel mese di marzo hai la possibilità di fare pratica insieme, tutti i sabato mattina: ti basterà mandarmi un messaggio qui sotto!

Se Trieste ti è troppo lontana, ti invito a cercare un Club della Risata vicino a te e andare a provare personalmente questa splendida pratica.

Perché ricorda: sei solo a una risata di distanza da un modo nuovo di vedere e percepire le cose.

 

 Contattami qui per partecipare allo Yoga della Risata!

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Gina Abate non devi sentirti bene per forza

Sono Gina Abate, Coach, Mentore e Formatrice.

Ti aiuto a riallinearti con te stessa per far emergere la chiarezza, il coraggio e l’energia necessari per realizzare i tuoi desideri e progetti. Con amorevolezza verso di te e con una ritrovata Leggerezza. 

Parlo di questo e di altri temi di crescita ed efficacia personale nella mia Newsletter mensile.

Come allinearsi con la PSYCH-K ®

Come allinearsi con la PSYCH-K ®

Ritrovare il centro, allineandoti a ciò che sei è possibile. Scopri come farlo attraverso la metodologia PSYCH-K ®

Vorresti metterti in proprio ma, ogni volta che ci pensi, ti salgono paure e dubbi. Senti l’eco delle tue storie familiari – dove nessuno è mai stato imprenditore, pensi alla tua scarsa familiarità con i numeri e la gestione del denaro. Così non ci provi nemmeno.

 

Vorresti avere una relazione appagante, ma trovi solo partner che non si vogliono impegnare in un rapporto duraturo. La volta che sembrava funzionare, hai inspiegabilmente sabotato la relazione.

 

Da tempo senti un richiamo per il Cammino di Santiago o per viaggiare in solitaria nelle parti più incontaminate del pianeta, ma l’idea di trovarti da sola/o in una situazione sconosciuta ti spaventa. Anno dopo anno, rinunci ancora una volta.

Freni e ancora freni

Desideri un rapporto sano e amorevole con il cibo e con il tuo corpo, ma continui ad alternare periodi di diete e attività fisica a periodi in cui mandi in vacca tutto quanto. Così finisci col piacerti e apprezzarti sempre meno.

 

O magari vorresti scrivere un libro, aprire un’associazione su un tema che ti sta particolarmente a cuore, vorresti cambiare lavoro, rimetterti a studiare, cambiare città o raddoppiare i tuoi guadagni.

Ma c’è sempre qualcosa che ti frena: una paura, un’idea di non essere in grado, la paura di conseguenze catastrofiche, l’idea che “non ne vale la pena”, che non te lo meriti o che certe cose siano semplicemente fuori dalla tua portata.

PSYCH-K ®, cambia l’energia

E ora, immagina per un momento di svegliarti domattina e accorgerti di non sentire più quei limiti e quelle paure. Di sentirti capace e meritevole di raggiungere tutti quegli obiettivi.

 

Sentiresti uno slancio verso il tuo progetto e, semplicemente, muoveresti i passi necessari a concretizzarlo. Giorno dopo giorno, gestiresti serenamente e a cuor leggero tutte le inevitabili difficoltà. Gli eventuali ostacoli coinvolti del progetto si farebbero sentire meno, e andresti avanti con fiducia e creatività.

 

Sarebbe bello, vero?

 

È bello ed è possibile con PSYCH-K ®

Non dico domani mattina, ma da domani mattina potresti iniziare ad allinearti nei confronti dei tuoi obiettivi e progetti. Come? Con una metodologia chiamata PSYCH-K ®.

Infatti, se la tua mente conscia, con le sue intenzioni e la sua volontà, fosse totalmente allineata con la tua mente subconscia e le sue ragioni, tu potresti cimentarti in ogni cosa che desideri fare. 

Nota bene: questo non significa che sicuramente avresti successo in ogni cosa e che trasformeresti tutto in oro come Re Mida. Significa però che non saresti tu l’ostacolo delle tue stesse realizzazioni.

Mi spiego meglio

Le nostre credenze e convinzioni determinano i limiti e descrivono l’ampiezza di ciò che è possibile per noi. Le convinzioni sono ciò che crediamo vero e possibile, riguardo noi stessi, le nostre capacità, ciò che meritiamo o meno, ma anche ciò che crediamo sia giusto, e ciò che crediamo degli altri, della vita, del mondo.

Le convinzioni si formano nell’arco della nostra vita, in gran parte entro i primi 7 anni di età e costituiscono parte della mappatura che creiamo inconsciamente nel tentativo di interpretare il mondo intorno a noi e le sue regole. Questa mappatura è un’interpretazione soggettiva, perciò raramente è accurata ed affidabile, e capita spesso che non sostenga quello che vorremmo diventare e realizzare nella nostra vita.

Le convinzioni sono sempre utili?

Sicuramente molte delle tue credenze e convinzioni sono utili, “funzionali” si dice in gergo, in quanto sostengono già quello che vuoi fare. Tutto ciò che già funziona nella tua vita, tutto ciò che hai già raggiunto o creato, si appoggia su un’impalcatura invisibile di convinzioni allineate.

Altre però non lo sono, e non solo ti ostacolano in quello che vuoi o devi, ma restringono addirittura il campo di ciò che sei in grado di immaginare per te stessa/o e la tua vita.

Vuoi la libertà finanziaria, ma non inizi alcuna attività che potrebbe aiutarti ad ottenerla.

Vuoi godere di buona salute, eppure continui con delle abitudini che vanno nella direzione opposta.

Vuoi lanciare un podcast, ma non credi di aver abbastanza da dire.

Vuoi vivere serenamente, ma continui ad arrabbiarti e lamentarti di ogni minimo problema.

La PSYCH-K ® per allineare le tue convinzioni

PSYCH-K ® ti permette di bilanciare e allineare le tue convinzioni con quello che in effetti vuoi per te e per la tua vita.

Nota bene: non ti esonera dalle azioni concrete utili ad ottenere quel risultato, ma dissolve gli ostacoli interni che ti impediscono di metterle in atto. Così agisci e perseveri, con facilità e naturalezza. 

 

Nel processo PSYCH-K ® il facilitatore o facilitatrice è il tramite che, conoscendo la tecnica, ti aiuta ad entrare in comunicazione con la tua mente subconscia e con la tua saggezza superiore, per allinearti nei confronti di ciò che è nei tuoi desideri e nel tuo massimo bene. È perciò un processo spirituale, e nel contempo estremamente concreto.

 

Vuoi sperimentare la PSYCH-K ®?

Se in qualche area della tua vita ti sembra di procedere con un piede sull’acceleratore ma con il freno a mano tirato, qualche sessione di PSYCH-K ® può sicuramente aiutarti a svoltare.

 

A questa pagina trovi maggiori informazioni e puoi prenotare un pacchetto di tre sessioni individuali.

Se vuoi capire se PSYCH-K ® fa al caso tuo prenota una discovery call esplorativa. 

Gina Abate non devi sentirti bene per forza

Sono Gina Abate, Coach, Mentore e Formatrice.

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Bye bye paura di parlare in pubblico

Bye bye paura di parlare in pubblico

La paura di parlare in pubblico è un blocco comune, ma la bella notizia è che si può superare. Ti spiego come in questo articolo.

Inutile nascondersi dietro un dito, la paura di parlare in pubblico è una tra le più comuni di noi esseri umani. Dietro di essa si celano dei timori legati all’insicurezza (professionale o personale) e a una delle paure più grandi di noi “animali sociali”: la paura del giudizio.

A volte non ci sentiamo prese abbastanza sul serio, e questo rende ancora più difficile esporre le proprie idee in modo assertivo e parlare in pubblico. Altre volte lasciamo che alcune esperienze del passato manipolino la nostra percezione e, quindi, non ci sentiamo mai “abbastanza” titolate da poterci esprimere liberamente.
Infine, permettiamo che alcune ingiustizie vissute da noi o da nostre conoscenti ci scoraggino.
Ma mollare non è la strada giusta, continua a leggere per scoprire come mai.

La paura di parlare in pubblico ti blocca?

“Non mi prendono sul serio” 

”Vorrei che mi prendessero più sul serio”

“Non mi considerano come vorrei”

 Ti è mai capitato di dire una frase di queste, o simili? Indovina un po’… è capitato anche a me e non solo a me.

In una riunione della Rete al Femminile un’imprenditrice raccontava che, quando va a presentare il suo business insieme al marito, tendono a dare per scontato che il boss sia lui e non lei.

Una mia cliente libera professionista mi riferiva che, quando si tratta di presentare un progetto, non si sente abbastanza sicura di sé e capace di esporre le sue idee.

Un blocco da cui puoi uscire

Ho amiche e clienti che al lavoro non si sentono prese “abbastanza sul serio”: vorrebbero far arrivare il proprio messaggio e le proprie idee agli altri in modo più efficace, e sentirsi più a loro agio mentre lo fanno.

Negli anni non so dirti quante persone mi hanno riferito che “prende loro il panico”, al solo pensiero di esporsi e parlare davanti a un gruppo di persone.

È il momento di smuovere l’energia.

Come fottere la paura di parlare in pubblico

Ok, Gina, abbiamo capito il problema, ma si può risolvere? Certo che sì.
Esistono varie pratiche che possono essere adottate per trovare una modalità di comunicazione che ti faccia sentire efficace, sicura di te e che – quindi – ti regali molte più soddisfazioni.

Sicuramente una di queste è quella di imparare e allenare l’insieme mente-corpo a uno stato di calma e padronanza. Lavorando su tutti gli elementi che ci permettono di sentirci e di esprimerci meglio, come il respiro, la postura, lo sguardo, la voce, i pensieri e lo stato d’animo. Allenare è il termine giusto, perché “non nasciamo imparate”. Solo grazie alla pratica, all’allenamento e alla formazione possiamo arrivare ai risultati desiderati.

 

Una volta fatte proprie queste modalità, si può iniziare ad aggiungere gli elementi più tecnici del public speaking: come aprire un discorso in modo da catturare l’attenzione, focalizzarsi su ciò che è importante, usare efficacemente eventuali supporti multimediali, concludere in modo da lasciare un segno e spingere all’azione.   

La mia esperienza nel public speaking

Ho facilitato e allenato diversi gruppi di persone a migliorare le proprie capacità di public speaking. Da poco ho creato un nuovo percorso individuale che permette di ottenere gli stessi risultati, lavorando in maniera ancora più personalizzata e mirata, con leggerezza e pure divertendoci!

Se ti sei definita “timida”, “ansiosa” e hai sempre visto l’arte di parlare con disinvoltura in pubblico come qualcosa di distante da te, preparati a stupirti: in breve tempo e con i giusti accorgimenti, la tua comunicazione potrà diventare molto più libera ed efficace.

Saper parlare in pubblico fa la differenza

Ricordiamo poi che, se ci alleniamo a parlare in pubblico, troveremo giovamento anche… in privato. Un esempio? Pensa a come potresti essere più efficace nel comunicare le tue necessità e i tuoi bisogni al partner, o nel fare richieste, nel dire i tuoi e i tuoi no a casa o al lavoro. E non è tutto qui.

Se noi ci sentiamo più libere, sicure e capite quando comunichiamo, ci sentiremo anche più energiche, serene e sicure di chi siamo. Allenandoti a parlare in pubblico, ti sentirai meglio. Abbandonerai le credenze limitanti e avanzerai con nuovo slancio verso chi sei, veramente.

 

Addio alla paura di parlare in pubblico

Come ti dicevo, ho creato  un percorso individuale che ti permetterà di:

• presentarti ottimamente
• sentirti più a tuo agio rispettando e valorizzando le tue caratteristiche
parlare in pubblico con tranquillità, efficacia e maestria.

Sei curiosa di saperne di più? Scrivimi nei commenti e continua a seguirmi nelle newsletter per sapere la data di lancio del percorso.

Gina Abate non devi sentirti bene per forza

Sono Gina Abate, Coach, Mentore e Formatrice.

Ti aiuto a riallinearti con te stessa per far emergere la chiarezza, il coraggio e l’energia necessari per realizzare i tuoi desideri e progetti. Con amorevolezza verso di te e con una ritrovata Leggerezza. 

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Come evitare di autosabotarsi

Come evitare di autosabotarsi

Ti è capitato di rimandare azioni importanti? Di farti bloccare dalla paura di non farcela (o di farcela)? Autosabotarsi è umano, purtroppo.

Autosabotarsi è umano (purtroppo)

Ti è mai capitato di autosabotarti? Mi spiego meglio: ti è mai capitato di rimandare decisioni e azioni importanti? Di sprecare il tempo? Di farti bloccare dalla paura di non farcela (o di farcela)? Di evitare situazioni particolarmente fastidiose ma necessarie?

 

Oppure sei diversa. Magari fai parte del club di chi è troppo perfezionista: il lavoro non è mai perfetto abbastanza, le informazioni non sono mai sufficienti, la persona che incontri non incarna mai tutte le caratteristiche necessarie… Mi spiace dirtelo, ma anche questi possono costituire degli autosabotaggi.


Allora, ti è capitato? Se la risposta è no, smetti di leggere, scrivimi e dimmi qual è il tuo segreto 😉
Altrimenti ti do il benvenuto tra gli umani, puoi proseguire nella lettura.

Cerchiamo di smantellare l’autosabotaggio

Bene, stiamo per iniziare questo “viaggio” insieme. Per trarre la massima efficacia da questo articolo ti chiedo di pensare a una cosa che costituisce per te un autosabotaggio.
Fatto? Ora prendi un po’ di colla vinilica… (spero tu abbia visto almeno una volta Art Attack, altrimenti non potrai ridere di questa citazione).
Bene, procediamo!

Il Territorio Conosciuto

Come tutti, sai svolgere con disinvoltura una serie di attività che fanno parte della tua vita abituale. Non significa necessariamente che ti piacciano, semplicemente ti sono familiari.


Tutto ciò che desideri di diverso si trova al di fuori di questo tuo Territorio Conosciuto (formato da un insieme di abitudini). Restare in quella zona ti fa sentire al sicuro, protetta, hai la situazione sotto controllo, mentre uscire da lì rappresenta qualcosa di scomodo, sfidante o potenzialmente pericoloso. 

Evitare il dolore

Il nostro cervello è progettato per la nostra sopravvivenza e non per la nostra autorealizzazione. Quindi vuole farci evitare il dolore in ogni modo. Mi spiego meglio: se a quella fatidica azione/decisione nuova hai associato emozioni negative, il rischio di autosabotaggio è alto. La paura di non farcela, la fatica, la rinuncia, l’incertezza dell’esito, il timore di venir giudicata o respinta… la conseguenza è che ti sarai organizzata la vita in modo da evitare quell’attività.

 

Ma al nostro cervello non basta schivare le possibili fonti di dolore, c’è un’altra grande forza che lo muove, ed è la ricerca del piacere.

 

La ricerca del piacere

A questo scopo ognuno di noi correda il proprio Territorio Conosciuto di una serie di attività in grado di garantirci una certa dose di piacere, conforto, sicurezza. Sono le cosiddette “attività-bagno-caldo”. 😉
Ne disponiamo in abbondanza: internet, social, reality tv, shopping compulsivo, bere e mangiare per motivi diversi dalla fame e la sete, il fumo, per non parlare della pornorgrafia, il gioco d’azzardo e le droghe.

 

Il lato oscuro del piacere

Questi vari tipi di intrattenimento ci forniscono una gratificazione immediata: pertanto, come degli ignari topini da laboratorio dopamina-dipendenti*, anziché impegnarci per ottenere un appagamento maggiore differito nel tempo, barattiamo il piacere con la soddisfazione e diventiamo dipendenti da quelle attività.


*Mi riferisco ad un esperimento in cui a dei poveri topini veniva somministrata la dopamina, l’ormone del piacere, ogni volta che fortuitamente facevano un gesto insulso come pigiare con la zampina su di una sbarretta. I topini hanno imparato a collegare la sensazione di piacere con quel gesto, e ne sono diventati talmente dipendenti da smettere di nutrirsi ed accoppiarsi per dedicarsi solo a quello.

 

Di tutte le dipendenze la comodità è la peggiore
(Parafrasando Marco Aurelio: “Comfort is the worst addiction)

Autosabotarsi segue un meccanismo ben preciso:

  1. Ogni volta che ti avvicini al confine del tuo Territorio Conosciuto con l’intenzione di avventurarti al suo esterno cominci a sentirti “scomoda”. Questo può avvenire quando decidi di iniziare a studiare per un esame difficile,  andare in palestra, scrivere il primo capitolo di un libro, cercare alleanze per un progetto, candidarti alle elezioni, chiedere un aumento di stipendio, ecc…
  2. Per non sentire quel disagio, ti rifugi in un’attività-bagno caldo: controlli le mail, fai un saltino sui social, leggi le ultime notizie di cronaca, guardi qualche video divertente o rilassante, fai uno spuntino, continui a perfezionare il lavoro. Oppure esci a bere un caffè o a comprare qualcosa e così via. 
  3. Le ore passano, i giorni passano. L’insoddisfazione cresce e l’opinione che hai di te scivola verso il basso. A lungo andare rimanere all’interno del Territorio Conosciuto  ha un costo altissimo, ma se la paura del dolore è più forte del desiderio, l’autosabotaggio è… inevitabile.

È l’unica alternativa possibile?

No, per fortuna. C’è sempre un’altra possibilità. Infatti, tra il punto 1 e il punto 2  ti trovi in uno di quei momenti che io chiamo Il Momento Bivio!
A ogni Momento Bivio tu hai il potere di accorgerti di quello che sta succedendo e mettere in atto un comportamento diverso. È l’attimo in cui evitare di autosabotarsi.

 

Sei al Momento Bivio. Quale strada scegli?

  1. La solita strada. Lasci vincere l’autosabotante forza di evitamento: cedi al disagio e rientri nel Territorio Conosciuto, dove andrai in cerca di una gratificazione immediata. Questo comportamento alla lunga ti porterà all’insoddisfazione e al rimpianto di aver sprecato un sacco di tempo, forse addirittura una vita.
  2. La strada nuova. Puoi attivare la Forza di Avanzamento* e ricordare a te stessa il senso di quell’azione da compiere e del tuo scopo futuro. Puoi accettare di attraversare il disagio e superarlo.

    *Forza di Avanzamento: così la definiscono P. Stutz e B. Michaels nel libro “The tools”. Si tratta di una di quelle forze universali che agiscono spontaneamente in natura, o  nei bambini, ma che poi gli adulti possono attivare soltanto attraverso la scelta consapevole di farlo.

Scegli di non autosabotarti

Immagina quando in una torrida giornata estiva vuoi farti una bella nuotata: ti immergi fino alle cosce, l’acqua è splendida, trasparente ma… fredda!! Puoi tornare a riva raccontandoti mille scuse, andare al bar e tentare di consolarti con un calippo e una coca ghiacciata.

Oppure, si può scegliere di non autosabotarsi.

Puoi pensare a quanto sarà magnifico essere totalmente immersa e nuotare in quelle acque cristalline, a come ti sentirai bene, tonificata, rinvigorita, e anche, perché no, fiera di te! 

Queste immagini, queste sensazioni future sono molto più attraenti, per te, di cadere mollemente sullo sdraio, sudata e appiccicosa. Se la metti in quest’ottica, fai un bel respiro, trattieni il fiato per un attimo e arrivi a desiderare quel momento “scomodo” in quanto portatore di gioie imminenti. E così, corri a tuffarti.

 

Accorgiti di come è facile non autosabotarsi

Sai cosa succede ogni volta che vinci sulla versione abitudinaria di te? Immagina che nel tuo cervello un gruppetto di neuroni super forzuti a colpi di macete si sta aprendo un varco in una foresta di intricatissime liane, e sta costruendo un nuovo sentiero, che diventerà sempre più facile da ripercorrere. Hai capito bene. Avrai più scelte, avrai più libertà.

 

Allora ecco il mio consiglio: inizia mettendo subito in atto quanto suggerito in questo articolo, non te ne pentirai.

 

Nel caso in cui l’autosabotaggio dovesse persistere, potrebbe essere importante considerare anche altri “livelli”. Oltre a quello del comportamento, possiamo lavorare sulle convinzioni con qualche sessione di PSYCH-K®. Oppure possiamo lavorare individualmente sull’identità e sulla visione più grande per allinearle e liberare tutto il tuo potenziale.

Gina Abate non devi sentirti bene per forza

Sono Gina Abate, Coach, Mentore e Formatrice.

Ti aiuto a riallinearti con te stessa per far emergere la chiarezza, il coraggio e l’energia necessari per realizzare i tuoi desideri e progetti. Con amorevolezza verso di te e con una ritrovata Leggerezza. 

Parlo di questo e di altri temi di crescita ed efficacia personale nella mia Newsletter mensile.

Progetti dell’anno, è troppo tardi?

Progetti dell’anno, è troppo tardi?

Sei ancora in tempo per i progetti del tuo 2024. È sempre un buon momento per cambiare direzione e rimetterti al centro. Scopri perché.

scintille rosa - progetti

Gennaio è sul finire e la maggior parte delle persone, a questo punto, si possono dividere grosso modo in 3 gruppi:

 

  •     quelle che si sentono in marcia verso la realizzazione delle proprie intenzioni e progetti per il 2024
  •     quelle che hanno la sensazione che, nonostante le buone intenzioni, tutto andrà avanti “come sempre”
  •     quelle che non si sono prese del tempo per pensare, davvero, a ciò che vogliono creare

 

Se ti chiedo a che gruppo preferiresti appartenere, credo di poter dire con certezza che risponderesti il primo. Tuttavia, se fai parte del secondo o del terzo, ho un’ottima notizia per te: non è mai troppo tardi per creare un anno a partire da te!

Cosa significa “a partire da te”?

A partire da te significa un insieme di cose, lascia che ti spieghi meglio.

Implica soffermarsi a riflettere su quali sono le tue caratteristiche, per rispettarle e lanciarti delle piccole sfide senza snaturarti.

Significa essere consapevole di cosa aumenta e cosa drena la tua energia, significa riconoscere le abitudini che ti allontanano dalla vita che vorresti. Significa essere consapevole di tutto ciò che “di buono” c’è già: abitudini che ti sostengono, convinzioni che ti fortificano, qualità che ti rendono unica.

 

Per la mia esperienza con una gran varietà di clienti, soprattutto donne, ho visto che, se non facciamo prima questa sorta di check-list, il percorso verso i nostri obiettivi di vita è molto più faticoso. O, peggio ancora, molti dei nostri piani sono destinati a fallire, o a non partire nemmeno.  

 

Ascolta la tua voce (quella buona)

 

Il rischio di questi piani che naufragano è quello di portarti a credere che devi rassegnarti all’ineluttabilità delle cose o di attribuire a te stessa una serie di caratteristiche negative che non ti aiutano di certo quando vuoi portare avanti progetti e abitudini che ti farebbero sentire fiera e soddisfatta di te e della tua vita.

Frasi tossiche da zittire

  •     non sono disciplinata
  •     non posso dedicarmi a quello che voglio perchè ci sono altre priorità (figli, genitori, coniugi, richieste esterne, ecc.)
  •     non riesco ad attenermi ai piani, anche se sono io a farli
  •     ogni volta comincio bene, ma poi succede qualcosa…
  •     non ho il tempo/ l’energia/ le capacità di portare avanti il tale progetto
  •     non è veramente ciò che voglio
  •     non so come andare avanti
  •     quando si tratta di (obiettivo xy) a un certo punto mi perdo per strada e le vecchie abitudini hanno il sopravvento
  •     non so più cosa voglio…

Non trarre conclusioni affrettate

 

Queste sono alcune delle conclusioni che rischiamo di trarre quando i nostri progetti falliscono: non riusciamo a prenderci tempo per noi, non riusciamo a rimetterci in forma, la situazione economica non è stabile, vorremmo cambiare lavoro ma non riusciamo a fare il passo, vorremmo uscire da una relazione ma la trasciniamo avanti, abbiamo un grande sogno nel cassetto ma sembra che abbiamo perso la chiave. 

 

Attenzione, questo succede soprattutto a persone molto capaci che hanno già portato avanti con successo molte cose nella vita, eppure non riescono a operare certi cambiamenti e rimanere concentrate o costanti in qualche altro ambito.

 

 

Tutto ciò che ti serve è già dentro di te

 

Ogni persona possiede in sé tutto il potenziale per realizzare quello che desidera

Questo è uno dei pilastri del coaching, è la credenza fondamentale della metodologia PSYCH-K® di cui sono facilitatrice, ed è sempre stata una mia convinzione profonda.

Quello che “manca” a volte è un piccolo aiuto che permetta a quella persona di vedere, liberare e utilizzare quel potenziale per gli scopi che si prefigge, di allinearsi a quei desideri e agire coerentemente per realizzarli.

 

Altro che ti allontana dai tuoi progetti

 

A volte c’è un altro motivo per cui non realizziamo i nostri progetti. Ed è perché quegli obiettivi non sono nemmeno nostri.

Magari li abbiamo scelti perché sarebbe la cosa “giusta” da fare in un certo momento, o perché è qualcosa di “normale” che farebbero tutti, o perché ci si aspetta questo da noi, o perché sarebbe il sogno di qualcun altro.

A volte ci attacchiamo un sacco di significati, specie su di noi, ovvero pensiamo che, se arriviamo lì, allora sì che avremo dimostrato il nostro valore. Oppure allora sì che saremo felici.

Puoi creare una vita che ti piace davvero

 

In questi casi, se ce la facciamo, arriviamo al traguardo con un dispendio energetico enorme, stando ogni giorno nello sforzo, costringendoci a ritmi insostenibili che ci fanno mettere da parte molte cose di cui avremmo bisogno e che ci farebbero sentire bene.

O semplicemente ci arriviamo con la sensazione che non stiamo vivendo veramente la nostra vita.

 

E siccome ce n’è una sola, e siamo abituati a dividerla in anni, va da sé che nei prossimi 12 mesi potrai avvicinarti alla sensazione di star vivendo la tua vita… o quella di qualcun altro.

 

Come posso aiutarti

 

Da molti anni conduco un percorso che ha lo scopo di avvicinarti, nei 12 mesi che hai davanti, a una vita in cui riconoscerti ogni giorno.

 

In questo percorso

usiamo cuore e cervello

lavoriamo con entrambi gli emisferi cerebrali

c’è introspezione, ascolto di sé e riflessione

ma anche spazio per desiderare, immaginare, giocare

osare e mettersi in moto

prendendosi un impegno d’amore verso noi stesse.

 

Questo accade nel corso in presenza e lo stesso accade nella versione online, che parte il 3 febbraio 2024 (ma può partire in qualsiasi mese dell’anno se lo vuoi).

 

Ti piacerebbe creare un anno a partire da te?

 

Iscriviti alla lista d’attesa per il percorso online e ti manderò tutte le informazioni. Potrai partecipare da casa, con i tuoi tempi e i tuoi ritmi, al percorso che ti permetterà di Creare e portare avanti un anno da ricordare con gioia e soddisfazione.

Gina Abate non devi sentirti bene per forza

Sono Gina Abate, Coach, Mentore e Formatrice.

Ti aiuto a riallinearti con te stessa per far emergere la chiarezza, il coraggio e l’energia necessari per realizzare i tuoi desideri e progetti. Con amorevolezza verso di te e con una ritrovata Leggerezza. 

Parlo di questo e di altri temi di crescita ed efficacia personale nella mia Newsletter mensile.

Nuovo anno, come viverlo al meglio?

Nuovo anno, come viverlo al meglio?

Chi ben inizia è a metà dell’opera, questo è sicuro. Ti accompagno in un percorso per pianificare il tuo nuovo anno. 

Planner con penna appoggiata - pianifica nuovo anno

Prima dell’articolo “Nuovo anno, come viverlo al meglio”, leggi qui⤵️

Disclaimer: in ciò che scrivo e nel mio lavoro mi rivolgo prevalentemente alle donne, ma non solo. Scrivo al femminile perché, per ora, non mi piace riempire il testo di asterischi o simboli vari e sono certa che gli uomini capiranno. D’altronde fino ad oggi abbiamo letto sempre tutto al maschile senza prendercela, perciò siamo sicure che anche voi potete fare lo stesso.😉

Diventa ciò che realmente sei

Sono tempi sfidanti i nostri. Tutto ciò che conosciamo, quello che abbiamo imparato e impariamo viene costantemente superato e nessuno di noi sa dire quali cambiamenti dovremo affrontare non solo nei prossimi 10 anni, ma nei prossimi 10 mesi.

 

Questi tempi ci richiedono di avere una grande forza d’animo e una grande flessibilità, creatività, intuizione, per poterci muovere in modo armonioso attraverso tutti i cambiamenti che avvengono attorno a noi. 

Questo non ci esonera però dal fare dei piani, dei progetti, dallo stabilire quali risultati vogliamo creare e quali mete vogliamo attraversare nel breve e lungo periodo.

 

Serve quindi un metodo, un sistema nuovo che ci permetta di avere una direzione chiara e degli obiettivi flessibili.

 

Gli obiettivi sono sopravvalutati

Perché vogliamo quello che vogliamo? Perché vogliamo raggiungere determinate mete?

Se da un lato il desiderio di migliorare noi stessi e le nostre condizioni di vita è parte della natura umana, dall’altro vivere rincorrendo obiettivi può essere estenuante.

 

L’errore diffuso è quella di legare la nostra soddisfazione e la nostra felicità a quando l’obiettivo verrà raggiunto. 

Lo vedo tutti i giorni, soprattutto con gli imprenditori, ma anche con gli studenti e, a dirla tutta, con le persone di tutti i tipi. Qualsiasi persona tende a sovrastimare l’effetto positivo dell’obiettivo raggiunto e la felicità che se ne può ricavare, e questo porta con sé tre effetti negativi:

 

1- La soddisfazione è sempre rimandata

Se sarò felice solo quando raggiungerò un determinato obiettivo (e magari ci vogliono 5 mesi,  5 anni o una vita) non riuscirò a godermi il viaggio, a godere il presente, a vivere pienamente nel frattempo: sarò sempre spostato in un futuro che non è mai qui e ora.

 

2- La gioia dura un soffio

Una volta raggiunto l’obiettivo, mi sentirò da dio per 5 minuti (o 5 giorni nel migliore dei casi) e poi ecco di nuovo quel senso di vuoto, quel bisogno di mettermi un altro traguardo a cui legare l’illusione della mia realizzazione personale, autostima, felicità.

 

3- La vita passa in secondo piano


Nella rincorsa da un traguardo all’altro dedicherò la stragrande maggioranza del mio focus, tempo ed energie al mio obiettivo, e nel frattempo ci saranno aree della mia vita che languiranno o addirittura cadranno a pezzi. E questo non è mai sostenibile nel lungo periodo né può essere fonte di vera soddisfazione e felicità.

 

 

La vita è molto più che raggiungere obiettivi

Come sarebbe invece se tu sentissi un senso di autostima, di realizzazione personale, di felicità a prescindere dagli obiettivi?

E se queste emozioni positive fossero il carburante che ti permette di creare risultati e progetti, per il solo fatto che è parte di te (ma non come condizione per la tua felicità)?

 

Questo non è solo il mio augurio per te, ma è anche l’invito a partecipare a una giornata intensiva che ti permetterà di creare tutto questo per i prossimi 12 mesi. Te ne parlo nel prossimo paragrafo.

Crea il tuo anno, a partire da te.

Durante una giornata intensiva in presenza getteremo insieme le basi per un nuovo anno che si svilupperà attorno a te, alle tue caratteristiche uniche, ai tuoi desideri, ai tuoi bisogni, ai tuoi valori.

 

Ti guiderò attraverso una sorta di “tagliando interiore” che ti permetterà di viaggiare sicura/o e di avere chiara la tua direzione per i prossimi 12 mesi.

Una giornata per prepararci al nuovo anno

Useremo logica e intuizione, razionalità e creatività, emisfero destro e sinistro, cervello e cuore per pianifiCREARE il tuo 2024.

 

Alla fine della giornata avrai compilato il tuo workbook che fungerà da gps e da promemoria per il tuo viaggio, avrai la chiarezza dei progetti a cui vorrai dedicare tempo ed energia, avrai chiaro cosa vuoi lasciar andare e avrai un metodo per non perderti per strada a metà febbraio.

In più, se lo vorrai, avrai il supporto mio e del gruppo, di persone che, come te, vogliono portare avanti tutto ciò che è importante nella propria vita e vogliono farlo rispettando se stesse e sentendosi bene.

 

Iniziamo bene il nuovo anno

 

Per un 2024 ricco di soddisfazioni, in cui riconoscerti ogni giorno, ti aspetto a Trieste il 14 gennaio per Crea il tuo anno, a partire da te.

Non sei della zona? Lascia i tuoi dati e iscriviti alla lista d’attesa per il percorso online. Ti comunicherò la data a breve.

Gina Abate non devi sentirti bene per forza

Sono Gina Abate, Coach, Mentore e Formatrice.

Ti aiuto a riallinearti con te stessa per far emergere la chiarezza, il coraggio e l’energia necessari per realizzare i tuoi desideri e progetti. Con amorevolezza verso di te e con una ritrovata Leggerezza. 

Parlo di questo e di altri temi di crescita ed efficacia personale nella mia Newsletter mensile.