Scopriamo insieme ciò che contraddistingue una Persona Altamente Sensibile. Ti riconosci?
Prima dell’articolo “Sei una Persona Altamente Sensibile?”, leggi qui⤵️
Disclaimer: in ciò che scrivo e nel mio lavoro mi rivolgo prevalentemente alle donne, ma non solo. Scrivo al femminile perché, per ora, non mi piace riempire il testo di asterischi o simboli vari e sono certa che gli uomini capiranno. D’altronde fino ad oggi abbiamo letto sempre tutto al maschile senza prendercela, perciò siamo sicure che anche voi potete fare lo stesso.😉
Ti hanno mai detto:
Sei sempre la solita esagerata
Mamma mia che suscettibile!
Non dovresti prendere sempre tutto così sul serio…
Ma perché piangi adesso?
Non so se ti sia capitato lo stesso. Da sempre mi sono sentita dire cose del genere, soprattutto da piccola, e da sempre mi sono resa conto che le mie percezioni e reazioni non erano come quelle della maggior parte delle persone.
Quindi ho sempre saputo di essere una “persona altamente sensibile”.
Quello che invece non sapevo, è che questa non è una semplice caratteristica né tantomeno un difetto, ma un tratto della personalità ereditario (come gli occhi neri o azzurri e tutto il resto). Oltre a questo, ho appreso che, a partire dagli anni 90, le persone “portatrici” di questo tratto della personalità sono state oggetto di studi e ricerche.
E sono emerse delle cose molto interessanti.
Forse anche tu sei una PAS, Persona Altamente Sensibile, (dall’inglese HSP, High Sensitive Person, detta anche persona ad alto funzionamento) e non sai di esserlo. E magari anche tu hai pensato mille volte di essere sbagliata, non adatta, difettosa.
E se non sei tu ad essere una PAS, sicuramente hai un amico, familiare, collega che lo è: conoscere le caratteristiche e il funzionamento di una Persona Altamente Sensibile ti potrà aiutare a capirti e capirla meglio.
Persona Altamente Sensibile, una scoperta relativamente recente
La definizione esatta di questo tratto è Sensibilità di elaborazione sensoriale (Sensory Processing Sensitivity). La prima a compiere degli studi su questo è stata la dott.ssa Elaine Aron, ricercatrice in psicologia, docente universitaria, psicoterapeuta e scrittrice, che aveva soprattutto bisogno di comprendere sé stessa e il suo funzionamento. Gli studi, effettuati con il marito neurologo, risalgono ai primi anni 90 e la divulgazione delle ricerche ad un pubblico più ampio è avvenuta a partire dal 2012.
Anche alla dott.ssa Aron era capitato molte volte che colleghi ed amici la definissero “troppo sensibile”, complicata, diversa, così le era nata la curiosità e necessità di capire cosa ci fosse dietro a quella complessità di percezione, quel mondo emotivo così multisfaccettato ed intenso, quell’empatia e intuito così sviluppati, e quella difficoltà a gestire i troppi stimoli, le cattive notizie o le critiche.
In cosa consiste la Sensibilità di elaborazione sensoriale e perché sarebbe importante conoscerla?
Circa 1 persona su 5 è una Persona Altamente Sensibile. E quasi sicuramente non sa di esserlo.
Di conseguenza, non sa come trattare se stessa per non rimanere vittima degli svantaggi di questo tratto della personalità, né sa come metterne a frutto i vantaggi.
Credi di essere una PAS?
Con leggerezza e curiosità, leggi le seguenti domande e vedi se ti riconosci più di qualche volta:
- Intuisci lo stato d’animo degli altri e spesso ne vieni influenzata/o?
- Cogli i minimi dettagli e ti accorgi dei più piccoli cambiamenti?
- Soffri molto dinanzi alle ingiustizie o ai problemi ambientali?
- Una battuta su di te ti ferisce?
- Ti è impossibile prendere in giro qualcuno, anche se per scherzo?
- Sei molto sensibile al dolore fisico ed emotivo, anche quello degli altri?
- Ti è insopportabile la vista di scene di violenza o crude alla tv, anche se “finte”?
- Rimugini molto spesso su tutto?
- Hai un contatto profondo e quasi salvifico con la natura?
- Ami stare vicino all’acqua o trovartici dentro?
- Quando hai fame diventi intrattabile?
Se ti riconosci in qualcuno di questi aspetti, potresti essere una Persona Altamente Sensibile 😊
Questa condizione porta con sè degli svantaggi facilmente intuibili. In questo nostro mondo avere un eccesso di empatia, di sensibilità ai rumori o al “brutto”, una tendenza a pensare molto e soppesare tutto, essere in contatto costante con le emozioni proprie e quelle altrui, può rendere la vita decisamente difficile.
Non sei la sola
Ma se Madre Natura si è presa la briga di diffondere queste caratteristiche a circa 1/5 della sua popolazione, evidentemente ha ritenuto che queste portassero con sè qualche vantaggio per la collettività.
E infatti è così.
Questa caratteristica è presente anche in molte specie animali in natura e gli individui che la portano, sono in grado di memorizzare meglio degli altri le esperienze negative – quindi potenzialmente pericolose per il gruppo – e le opportunità. Lo fanno a loro spese, ma i vantaggi vanno a beneficio della collettività. Quindi questi individui sono particolarmente utili.
E negli umani? Vantaggi e svantaggi dell’alta sensibilità
L’acronimo DOES può aiutarti a riconoscere e iniziare a comprendere l’alta sensibilità, in te stessa in primis, ma anche negli altri.
- D come depth, profondità di elaborazione. Sei una specie di detective: osservi, noti e registri tutto, intuisci ma anche rifletti molto. Questo ti permette di accorgerti di cose che gli altri non notano per niente e di intuire i potenziali pericoli o le opportunità.
- O come over-stimulation, sovrastimolazione. Questo superlavoro di osservazione e analisi può risultare molto stancante per il sistema nervoso. Perciò, se non impari dall’esperienza, tenderai ad affaticarti in molte situazioni che per gli altri risultano “normali” e piacevoli, potresti sentirti a disagio e tendere ad isolarti.
- E come emphasis e empathy, enfasi emotiva ed empatia . Sei costantemente in contatto con le tue emozioni e quelle delle persone intorno a te, sentendole con grande intensità e saresti portata/o anche a reagire come fossero tue. Questo ti da un vantaggio nel comprendere gli altri ma spesso ti rende molto vulnerabile, come fossi “senza pelle”.
- S come subtleties, dettagli. Indica la tendenza a notare i più piccoli particolari dell’ambiente esterno (odori, luci, suoni, cambiamenti) ma anche quelli interni – propri e altrui (vissuti, esperienze passate, sentimenti). Questa micro-percezione regala un vantaggio individuale e per la collettività, perché produce risposte intelligenti e adattative, ma allo stesso tempo è alla base della sovra stimolazione che rende affaticati, schivi o “eccessivamente reattivi“.
Non sei difettosa
Il vantaggio di sapere (finalmente!) di essere una PAS credo sia soprattutto questo.
Se per anni anche tu ti sei giudicata male perché ti senti “senza pelle” davanti a soprusi e ingiustizie
se hai pensato mille volte di avere qualcosa che non va perché senti su di te tutta la sofferenza del mondo, da una formica schiacciata per sbaglio, alle guerre, ai terremoti
se ti sei sentita sbagliata e troppo sensibile perchè una discussione con qualcuno ti “resta addosso” per giorni
se hai pensato di avere qualcosa che non va perchè agli aperitivi o alle cene numerose ti sei senti come un pesce fuor d’acqua e non sai mai di cosa parlare….
se ti sei sempre sentita “strana/o” perché quando entri in un locale troppo affollato e rumoroso vorresti dartela a gambe levate
ora sai che non c’è nulla che non va in te.
Hai una sensibilità di percezioni particolare, come l’occhio azzurro o la pelle chiara nei confronti del sole.
Nessuno con gli occhi azzurri penserebbe mai di avere qualcosa che non va solo perché è più sensibile alla luce: lo sa e si porta dietro gli occhiali da sole.
Ecco.
Ora anche tu sai di avere una sensibilità particolare a qualcosa.
Rende la vita un po’ più difficile? Sicuramente sì.
Ma ricordati che porta con sè anche dei grandi doni, a una condizione.
Per capitalizzare la ricchezza di informazioni che, in ogni momento, sei in grado di percepire e raccogliere
devi imparare a trattarti bene, avere cura della tua sensibilità per non andare in tilt
E ora ti spiego come.
Come gestire la tua alta sensibilità
- Tratta bene il corpo: se sei stanca/o riposati, mangia sano e poco raffinato, evita gli zuccheri: il tuo sistema nervoso è già molto sensibile e ha bisogno di stabilità, non di essere iperstimolato.
- Evita gli eccitanti – per te sono delle vere e proprie bombe!
- Fai attività fisica regolare: la tendenza al rimugino e gli alti livelli di cortisolo nel sangue troveranno un maggior equilibrio. Se poi pratichi anche yoga e meditazione, ti sarai fatta un vero regalo.
- Dormi tanto: per recuperare l’iperattività del tuo sistema nervoso è davvero indispensabile e per scivolare nel sonno, se la tua mente è ancora molto attiva, crea una tua routine di rallentamento e relax e attieniti ad essa.
- Crea dei rituali adatti a te: a causa del tuo sentire multisfaccettato, sai che è facile per te “perderti”. I rituali (una sequenza di azioni benefiche che sceglierai con cura) ti aiutano a metterti nelle condizioni di funzionare bene.
- Crea un dialogo interiore amorevole: accorgiti che i tuoi pensieri si esprimono sotto forma di parole e crea dei mantra che siano in grado di interrompere il rimugino o l’iperattivazione.
- Be mindful: sii presente e cerca di fare una cosa alla volta, immergendoti il più possibile, con tutti i sensi e respirando, nell’attività che svolgi.
- Cerca di prenderti il giusto tempo per fare le cose: essere in ritardo è molto stressante per una Persona Altamente Sensibile (io questa lezione la devo ancora imparare 😅)
Il fatto di “avere un’etichetta” non è una scusa, ma comporta piuttosto una maggiore responsabilità
Queste linee guida, come vedi, sono dei consigli di buon senso per chiunque, PAS e non PAS. Ma per le persone ad alto funzionamento rappresentano dei passaggi indispensabili per mantenere l’equilibrio e per ritrovarlo quando, inevitabilmente, la complessità della vita ce lo farà perdere.
Sapere di avere certe caratteristiche non deve metterti nella posizione di pretendere dagli altri un trattamento di favore. Piuttosto, dovrebbe portarti a sviluppare:
- una maggior consapevolezza di cosa fa per te e cosa non lo fa,
- la scelta di essere auto-responsabile nel proteggerti dagli eccessi di stimoli cui la vita quotidiana inevitabilmente ci sottopone.
Resta in contatto con te stessa
Come sempre conoscere se stessi è la base sulla quale costruire una vita più felice e in linea con sé, che si tratti di relazioni, scelte professionali, la creazione di una nuova impresa o trovare un hobby in cui incanalare la nostra passione e i nostri talenti.
È per questo che continuo a studiare e a formarmi, per poter accompagnare con sempre maggior efficacia le persone che si rivolgono a me per un percorso di coaching, nel pieno rispetto delle loro caratteristiche e della propria unicità.
Per saperne di più sull’argomento PAS
- https://hsperson.com/
- https://www.personealtamentesensibili.it/
- Elaine Aron . Persone altamente sensibili. Come stare in equilibrio quando il mondo ti travolge. Mondadori.
- Ilse Sand Troppo sensibile. Come fare dell’ipersensibilità la tua forza. Erickson.
Sono Gina Abate, Coach, Mentore e Formatrice.
Ti aiuto a riallinearti con te stessa per far emergere la chiarezza, il coraggio e l’energia necessari per realizzare i tuoi desideri e progetti. Con amorevolezza verso di te e con una ritrovata Leggerezza.
Parlo di questo e di altri temi di crescita ed efficacia personale nella mia Newsletter mensile.
Ebbene si, sono una PAS. Mi sono un po commossa quando ho letto “senza pelle” perché spesso il termine che usavo io era “pelle sottile”. Ho scoperto che da troppo sensibile, almeno nel mio caso, avevo la tendenza ad occuparmi del dolore altrui, a volte incappando in chi se ne approfittava o mi ciucciava le energie. E da questa cosa ho imparato a difendermi. Adesso resto sensibile, ma mi rendo conto che il miglior aiuto che possiamo dare alle persone è aiutarle ad aiutarsi. All’inizio non amavo questo mio essere, mi sentivo fragile. Poi con il tempo ho imparato ad amarlo, a considerarlo una forma di intelligenza. E poi…è bellissimo poter sperimentare questa cosa con gli animali. La sensibilità è come una lingua trasversale se la usi bene. Non sapevo fosse proprio genetica ma sapevo di averla imparata da mia mamma. Pensavo effettivamente fosse un difetto. Tutto bellissimo quanto scritto e…. verissimo.
Sono felice che la lettura ti sia stata utile. Trovo molto rasserenante comprendere la propria natura, perché è il presupposto per farla fiorire.
Anch’io ho ereditato questa caratteristica da mia madre- anche se allora pensavo di aver appreso alcuni suoi modi di fare, piuttosto che un modo di essere. Ma ora che ne sono consapevole sono ancora più felice di portare in me un “pezzo” di lei.❤️
È vero, gli animali se ne accorgono.
Grazie per il tuo commento. 🙏
Un abbraccio!