Stai vivendo pienamente? Stai godendo di tutte le opportunità che la vita ti offre, proprio ora, qui?
Ti propongo un piccolo gioco.
Prendi un pezzo di carta e una penna. Disegna un cerchio.
Ora colora la parte di cerchio che, a sensazione, rappresenta la “pienezza” delle tue giornate. Non in termini di impegni, ma in termini della tua soddisfazione per quanto intensamente e pienamente vivi, di quante opportunità cogli o crei, di quanta varietà ci sia.
Se lo colorassi tutto significherebbe che la tua soddisfazione è pari al 100%.
E se è così, puoi anche smettere di leggere il mio articolo 😉
Ma se non è così, colora uno spicchio pari a quella che potrebbe essere la tua soddisfazione, per come vivi le tue giornate.
È più del 50%? Oppure meno? Quanto circa? (non prenderla troppo sul serio, non è un esercizio di geometria, è solo un’indicazione visiva della situazione attuale, che però può darti preziose consapevolezze)
Stai vivendo pienamente? Stai godendo di tutte le opportunità che la vita ti offre, proprio ora, qui?
Questa è una delle mie domande guida, una di quelle domande che mi faccio regolarmente e che mi permette di ricalcolare la rotta quando mi scopro a prendere una direzione che non mi piace o non mi soddisfa del tutto. E molto spesso la risposta è NO, non abbastanza.
Ma come, dirai, proprio tu? Eppure sì, mi succede.
Proprio ieri parlavo con un paio di amiche della Rete al Femminile. Siamo andate a fare il bagno al tramonto per la prima volta da quando ci conosciamo. Raccontavo loro di come, nonostante io abbia raggiunto molte delle condizioni che desideravo, mi trovo spesso a non goderle appieno, a vivere “ristretta” rispetto a ciò che potrei fare e alla libertà di cui dispongo.
Ti riconosci anche tu?
Aspetta a dire di no 😉 ora mi spiego meglio.
Vivo a pochi passi dal mare eppure, da quando abito in questa casa, non avevo ancora mai fatto il bagno al tramonto prima di ieri. E raramente scendo a fare un tuffo durante il giorno, sebbene io lavori principalmente da casa.
Ho voluto a tutti i costi una bicicletta perché immaginavo che avrei scorrazzato su e giù per il lungomare tutti i giorni e in tutte le stagioni, e invece finora l’ho fatto molto meno spesso di quanto avrei potuto.
Nei giorni in cui scrivo, o progetto un corso, potrei spostarmi con lo scooter, trovarmi un bel posticino all’aria aperta, andare ogni giorno in un caffè o in un bar diverso e lavorare da lì, eppure ho smesso di farlo da un bel po’. Certo, perché sto bene dove sto.
Eppure sento che così facendo, perdo qualcosa.
Il punto è che a me tutte quelle cose piacciono molto, e soddisfano il mio bisogno di varietà (come ti raccontavo in questo post su Instagram) eppure mi trovo spesso a vivere in un’area più ristretta di come vorrei. Devo riconoscere che in parte questo è ancora lo strascico del lockdown, che ci ha ammaestrati a spostarci solo il necessario, a uscire di meno, a premeditare tutto (pensa a dove devi andare, stampa la certificazione, compilala, prendi la mascherina, non fare de-tour perché non sono concessi, non improvvisare, ecc).
Quindi in parte questa “ristrettezza” è ancora un sottoprodotto del periodo che abbiamo passato (quantomeno lo è per me).
Ma non è tutto qui.
Siamo esseri abitudinari, nel bene e nel male, e da tutto ciò che è consuetudine traiamo benefici in termini di sicurezza, efficienza e “risparmio energetico”. Però perdiamo in spontaneità, perdiamo il contatto con il sentire che vorrebbe guidarci ma che non ascoltiamo mai abbastanza.
Com’è che finiamo a escludere tutta una serie di possibilità, a tagliare via un sacco di strade, e ci restringiamo a fare un po’ sempre le stesse cose?
Magari la nostra vita è ricca e varia, non intendo dire che facciamo “poche” cose, ma piuttosto che non usciamo spesso dai nostri sentieri, per quanto ampi e avventurosi possano essere.
Da quanto tempo non fai una cosa che amavi fare, solo perché l’area all’interno della quale normalmente ti muovi non la comprende?
In quel fare qualcosa di nuovo che ci attira, in quel rifare qualcosa che ci siamo dimenticate esistere, nel tracciare nuove e più ampie strade fuori di noi, mettiamo in campo una parte più ampia di noi, ridiamo vita a delle parti che abbiamo trattenuto, incatenato, soppresso o addomesticato.
Restringere il campo delle nostre esperienze ha un prezzo: non solo ci perdiamo la bellezza di quella specifica azione, ma atrofizziamo risorse, attitudini e inclinazioni. “Use it or lose it”- ciò che non usi, lo perdi.
Allora, cosa potresti riprometterti per questo agosto, per espandere un po’ le tue abitudini e possibilità, e riappropriarti così di alcune parti di te che avevi messo in stand-by?
Ti lancio una sfida, facile facile, ma che comunque richiede la tua determinazione e il tuo impegno e, prima ancora, la tua adesione.
Per questo agosto, fai almeno #unacosanuova al giorno.
Può essere cimentarti in uno sport che non hai mai fatto, fare una strada nuova per andare in uno dei tuoi posti abituali, noleggiare un tandem o un monopattino, contattare una persona che vorresti conoscere, assaggiare un cibo che non hai mai provato, iniziare la tua giornata ballando.
Magari si tratta di qualcosa che è del tutto nuova nella tua vita, o qualcosa che avevi smesso di fare, o puoi semplicemente scombinare alcuni dei tuoi orari, lasciandoti guidare dal tuo sentire, dal tuo desiderare.
Scatta una foto e condividila su Instagram con l’hashtag #unacosanuova e taggami @gina.abate.coaching: sarò felice di ricondividere le tue piccole e grandi imprese nelle mie stories, così da ispirare altre persone a vivere più pienamente e intensamente le infinite possibilità che ogni giorno si snodano davanti a noi, anche se non abbiamo occhi per vederle.
Io ho iniziato così:
Nell’ultima settimana, mentre ero in vacanza sulla mia isoletta del cuore, ho già fatto un po’ di cose nuove, come:
- Noleggiare un kajak biposto con un’amica e portarci anche Wendy!
- Attraversare un boschetto di notte sotto un forte temporale, e prendere la pioggia perché c’era troppo vento per tenere aperto l’ombrello.
- Andare in spiaggia in orari insoliti: al mattino presto, oppure alle 18.00 per stare fino a tardi.
E una volta tornata a casa mi sono accorta che, solo ponendoci un po’ di attenzione e avendo “messo in moto il volano”, ho iniziato a espandere le mie possibilità, come se il cervello avesse fame di cose nuove e diverse.
Nei prossimi giorni sicuramente vorrò provare il SUP, vorrò imparare il ballo dell’estate, Jerusalema. e vorrò scompaginare i miei orari in modi nuovi (beh, in questo sono piuttosto brava 😉 ma mi alzerò l’asticella! )
E tu, cosa vuoi iniziare a fare di nuovo o di diverso?
Ricordati che non è un “fare per fare”: ogni cosa nuova apre le porte a nuove possibilità, attiva una nuova Te. E quella nuova te, chissà di cosa è capace.
Aspetto le tue condivisioni, perché #unacosanuova al giorno può aiutarci a essere più felici e più vivi.
Ciao! Letto tutto d’un fiato… Sembra scritto per me, che non mi sento mai a posto, al mio posto… Non è che non abbia cose da fare, è che sono, come di dice à Firenze, beghe :incombenze, faccende quotidiane.
E non mi metto a fare qualcosa di diverso perché spesso non so COSA cerco.
Ma come al solito arrivi tu con la soluzione che sospende in giudizio. Fai QUALCOSA che sia nuovo… Al solito i piccoli passi che fanno scalare le montagne.
Grazie Gina 💕
Proprio così Agnese. Spesso pensiamo di dover fare cose sensazionali, rivoluzioni, stravolgimenti della nostra vita. Ma sono proprio quei piccoli passi ispirati a condurci a noi stesse, e quindi anche a tutto ciò che possiamo concepire, creare, trasformare.
Grazie per aver condiviso, e…aspetto di sapere quale sarà per te #unacosanuova al giorno
Un abbraccio!